Giuseppe Cantù

Scultore e medaglista (1864-1916)

Cantù realizzò sculture in terracotta, in gesso, in pietra, in marmo e soprattutto in bronzo.
I temi storici, politici, sociali, caratterizzarono tutta la sua opera; modello’ teste, piccoli soggetti, busti di personaggi, fino a realizzare monumenti funerari per il Cimitero Monumentale di Milano, a Monza, Varese e Rivolta d’Adda.
Ma l’immagine principale è quella del Cantù artista con la passione per il nuoto. Questa passione è estrinsecata in una minuscola statuetta, titolata”Il piccolo nuotatore”, che suscitò grande successo all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900.
“Il piccolo nuotatore”, un ragazzo che veste la maglia dei Rari Nantes per il tempo di una gara che, appena terminata, lo lascia seduto su uno scoglio col fiato corto, diviene un simbolo, un’icona dello sport.
La statuetta divenne per anni una challenge per una grande competizione annuale di nuoto, promossa dalla Gazzetta dello Sport.
Ma ciò che è più importante è che da quel giorno, dalla nascita di quella statuetta, Cantù firmò sempre opere d’arte e scritti con il suo nome seguito dalla sigla r.n. (Rari Nantes). In quelle due lettere c’era tutto il legame tra arte e sport, nella sua firma seguita da quel simbolo i due aspetti di un’unica passione.

“Studio dal vero”, busto femminile, gesso bronzato, 1891, cm. 42x22x19

“Studio dal vero”, particolare della base del busto

“Studio dal vero”, busto femminile, gesso bronzato, 1891, cm. 42x22x19

Studi per figure alla base del busto femminile “Studio dal vero”,1891

“La questione sociale”, particolare, gesso, 1891, immagine fotografica fissata su cartoncino e firmata da Cantù

Testa di popolana, terracotta bronzata, 1886 (?), cm. 15x10x9 su base in terracotta cm. 5×8,5×8,5

“Lo scolaro”, bronzo, realizzato tra il 1898 e il 1903, cm. 20×8,5×8,5

“Lo scolaro”, bronzo, realizzato tra il 1898 e il 1903, cm. 20×8,5×8,5

“Lo scolaro”, bronzo, realizzato tra il 1898 e il 1903, cm. 20×8,5×8,5

“A passi lenti”, bronzo, realizzata tra il 1898 e il 1903, cm. 20x8x8

“A passi lenti”, bronzo, realizzata tra il 1898 e il 1903, cm. 20x8x8

“A passi lenti”, bronzo, realizzata tra il 1898 e il 1903, cm. 20x8x8

Nel cerchio è evidenziata la statuetta in bronzo titolata “A passi lenti”, realizzata tra il 1898 e il 1903, riportata nel dettaglio nelle foto sopra.

Scultura in bronzo a cera persa raffigurante testa di donna, 16×21 cm., altezza 43 cm. con base in marmo rosso Levanto, realizzata fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento

“Il difensore”, bronzo, realizzato tra il 1898 e il 1903, cm. 22x14x14

“Il difensore”, bronzo, realizzato tra il 1898 e il 1903, cm. 22x14x14

“Il difensore”, bronzo, realizzato tra il 1898 e il 1903, cm. 22x14x14

“Ancora uno sguardo”, bronzo su base in marmo, realizzato tra il 1898 e il 1903,  h. cm. 11x16x14

Cantù nello studio in Bastioni Magenta 14, Milano

Formella titolata”Inverno”, bronzo, 1905, cm. 8×9

Targa in bronzo realizzata nel 1900 per il Cinerario di Ponente presso il Cimitero Monumentale di Milano, intitolata al patriota triestino Raimondo Battera. La targa così riporta: “Raimondo Battera triestino, morto trentanovenne addì 11 Gennaio 1899, per amore d’Italia sopportò la prigionia austriaca con perfetta abnegazione di sé e ogni opra diede a liberare la patria ancora vittima dello straniero.”

Il giornale “Il Secolo illustrato” del 4 Febbraio 1900, riporta un articolo in memoria del patriota triestino Raimondo Battera (Trieste, 1859-1899), con la foto della targa in bronzo per lui realizzata dallo scultore Cantù.

Copertina del giornale “Il Secolo illustrato” del 4 febbraio 1900.

L’articolo a ricordo del patriota Raimondo Battera con la foto della targa realizzata da Cantù. 

“Dolore nel ricordo”, monumento in bronzo, realizzato nel 1905 per la tomba Perelli Rocco Caterina, presso il Cimitero Monumentale di Milano. 

Lapide tombale, pietra, 1911

In alto l’epigrafe: ”le ossa dal cimitero di Porta Vittoria qui la famiglia compose MCMXI”
In basso l’epigrafe non interamente visibile:”Coniugi Cantù”
I genitori di Cantù erano originari di Casorate Primo (PV); trasferitisi a Milano quando i figli erano ancora in giovane età, mantengono i legami con il territorio Pavese, dove soggiornano nel periodo estivo. Questo spiegherebbe il legame di Cantù con quei luoghi ed in particolare con il Ticino.
Aperto nel 1827, il Cimitero di Porta Vittoria, detto il Fopponino (dal termine milanese “foppa” cioè “fossa”) o Cimitero di Porta Tosa (così si chiamava Porta Vittoria prima dell’unità d’Italia) sostituì il Foppone di San Rocco o Cimitero di Porta Romana.
L’ingresso del Cimitero di Porta Vittoria si trovava sull’attuale corso XXII Marzo e si estendeva nell’area tra le attuali via Goffredo Mameli, via Fratelli  Bronzetti, via Marcona.
Il Cimitero venne chiuso nel 1896 con successiva traslazione delle sepolture nei Cimiteri Monumentale, aperto nel 1867, e Maggiore, in funzione dal 1895.
Coppa, bronzo, base diametro cm. 28 altezza cm. 43

Busto di Giuseppe Verdi, bronzo, 1913, realizzato per il centenario della nascita di Giuseppe Verdi e collocato nel giardinetto antistante la casa natale a Roncole di Busseto